Febbraio 2023
Da "NOTIZIE DI PRATO" del 02.02.2023:
Nel parco di Galceti riportata alla luce un'antica cisterna finora mai comparsa in nessuna mappa
Ritrovata lungo il sentiero 412. Era utilizzata per portare l'acqua a Villa Fiorelli poi, durante la seconda guerra mondiale, come rifugio antiaereo. La scoperta fatta dal gruppo "L'Offerente"
Nel parco di Galceti, lungo il sentiero 412, è stata riportata alla luce un'antica cisterna, che dapprima è stata utilizzata per portare l'acqua a Villa Fiorelli poi, durante la seconda guerra mondiale, come rifugio antiaereo.
A scoprirla Franco Focosi e Giacomo Fratti del Gruppo archeologico “l'Offerente”, su segnalazione di Riccardo Barni che gestisce la pagina facebook Sentieri di Prato. “Come ogni scoperta – spiegano i due archeologi – è stato un momento emozionante, ci sono voluti due mesi per ripulirla dalle erbacce e dalle piante ma ora è visibile in tutta la sua bellezza”. Una costruzione di 15 metri di larghezza e 8 di altezza che al suo interno conserva una cisterna, simile a quella di Carteano, protetta da una condotto interno a volte. “La cosa più strabiliante – spiega Fratti – è che non c'è traccia di questa struttura in nessun libro o mappa. Siamo riusciti a risalire alla sua funzione di bunker attraverso i ricordi di qualcuno che l'ha utilizzata”.
Che servisse a portare l'acqua a valle, è chiaro dai condotti e dalla presa d'acqua che entra nella roccia per 9 metri, da dove sgorga ancora un piccolo ruscello quando la falda si alza. “Abbiamo notato anche delle longarine probabilmente servivano per sostenere una pensilina costruita per proteggere le donne che andavano al lavatoio. Ma questa è un'ipotesi”.
Dicembre 2022
In ricordo dell’ Assessore Giuseppe Vannucchi .... (di Maurizio Bini)
Ci ritroviamo qui, su questa pagina, a commemorare un eroe della cultura pratese, un personaggio che pur ricoprendo la carica di assessore, e quindi avendo quotidianamente a che fare con la politica, per tutta la durata del suo mandato non è mai sceso a compromessi, in un epoca in cui il compromesso politico era, come è ancora, all’ordine del giorno.
Mi ricorderò sempre delle battaglie da lui combattute per salvare la città etrusca di Gonfienti dalla cementificazione selvaggia, dei nostri incontri in assessorato, delle nostre visite al sito archeologico che stava venendo alla luce, delle nostre partecipazioni a eventi promossi per far conoscere alla cittadinanza la realtà etrusca pratese …
Lo voglio ricordare così, come un vero combattente della Cultura, che ha sempre dato il meglio di sé affinchè la bellezza, che è patrimonio di tutti, sia veramente alla portata di ognuno di noi, che possa essere in ogni momento oggetto della nostra ammirazione, senza impedimenti.
Per rappresentare al meglio la sua idea della Cultura, e l’insegnamento che ha voluto lasciare a noi, voglio riportare qui di seguito alcune sue citazioni che sono rimaste impresse nella mia mente in modo indelebile:
- Cultura di vivacità non è soltanto intrattenimento
- Cultura sono gli stessi suoi muri, i ricordi, i progetti arditi verso il futuro, la sua spiritualità
- Cultura è partire per lunghi viaggi a diffondere il proprio lavoro, o arrivare qui da terre lontane per trovare lavoro
- Cultura sono ampi spazi di libertà per i nostri ragazzi e strumenti per diventare qualcuno
- Cultura è cercare consenso sui valori comuni di bellezza, di lealtà, di grandezza
- Cultura è garantire a tutti una volta tanto il diritto alla felicità
Concludiamo dicendo che insieme a questa persona abbiamo condiviso e ci siamo persi in un sogno; allora eravamo giovani, impavidi e fieri.
Rimane un bel ricordo che nessuno può cancellare, ma che va difeso dall’usura del tempo, e da tramandare con profonda passione.
Adesso però vince la commozione ….
Si è spenta una luce
Ciao Assessore
Settembre 2022
In ricordo del Prof. Sergio Nannicini ... (di Franco Focosi)
Provare a parlare del Prof. Nannicini e del suo impegno nei vari campi in cui è stato presente attivamente è cosa ardua, vuol dire abbracciare tutte le branche del sapere degli ultimi 70 anni concernenti la nostra città (arte, letteratura storia e musica le sue passioni).
Innanzitutto la scuola, nella quale si è distinto come educatore nei lunghi anni nei vari istituti di Prato, prima come professore e poi come preside. Impegnato nelle istituzioni (Seniore della Biblioteca Roncioniana, socio della fondazione Cassa di Risparmio e fra i promotori della Provincia di Prato); attivo da sempre nella ricerca, lo studio e la conoscenza diretta del nostro territorio, per la qual cosa lo definirei una vera e propria memoria storica della città, grande sostenitore delle battaglie per la salvaguardia e valorizzazione della storia, cultura e tradizioni della sua Prato in “Italia Nostra e Gruppo Archeologico Pratese”.
Un uomo al servizio della città
Tutto quello che ha lasciato nei testi da lui scritti e nel ricordo di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo è testimonianza del suo impegno nei vari campi ….
Ho avuto il privilegio di conoscere il professore e le sue particolari doti umane e didattiche per l'insegnamento come suo alunno, al Liceo Scientifico Copernico, nei primi fervidi anni di vita dell' Istituto. Mitiche e da molti studenti ricordate le innovative passeggiate in Calvana che diventavano vere e proprie lezioni, immersi nella natura; ”Camminare giova alla mente” ripeteva spesso.
Ho continuato anche negli anni seguenti ad incontrare il professore diventandone naturalmente amico. Fra i numerosi interessi a cui si dedicava c’era pure quello per l'archeologia del territorio, che ha coltivato fin dagli anni 70 con il gruppo archeologico Pratese; fu il primo ad asserire la presenza Etrusca nel nostro territorio, cosa che in quegli anni era ritenuta improbabile. Conservo ancora una foto di quegli anni, scattata durante una gita sul poggio Castiglioni dove il professore ci indicava la probabile tomba fra le antiche muraglie presenti.
La scoperta della città Etrusca sul Bisenzio a Gonfienti nel 1997 avvalorava tutte le sue tesi, e zittiva definitivamente tutti coloro che lo ritenevano un visionario. Ha continuato poi negli anni a seguire le varie ricerche, sviluppate anche dal G.A.O. ( Gruppo Archeologico L’ Offerente) nato dalle ceneri del precedente gruppo, dando sempre consigli e spunti per nuove indagini, e fin da ultimo si è interessato e ha sostenuto le nostre ricerche.
Mi piace riportare una sua mail che mi mandò nel 2005 quando, sulla scia della scoperta di Gonfienti Etrusca, cominciammo con il suo aiuto la ricerca di tumuli in tutta la Calvana, fino a quando fu ritrovata la necropoli etrusca della Lastruccia in località “La Pozza”. Dalla mail scritta con il suo caratteristico e particolare linguaggio aulico si capisce quanto grande fosse la passione per l’argomento, e quanto l’educatore fosse presente nell’incoraggiare e spronare alla curiosità e alla ricerca:
Cosi’ mi piace ricordarlo: in cammino con lo zaino in spalla sui sentieri della sua Calvana, mentre ci indica le specie piu’ particolari di orchidee selvatiche, e ci racconta la storia di quelle chiesine che si trovano sparse nei nostri poggi e di quelle mura misteriose che incontriamo nel cammino.
Buon viaggio Sergio
Novembre 2016
L’Antico Lavatoio di Carteano
Ripulito e reso di nuovo visibile e fruibile da noi del Gruppo Archeologico "L'Offerente"
Il borgo di Carteano è situato a 160 metri sopra il livello del mare, nella zona Nord di Prato sul lato collinare alla sinistra del fiume Bisenzio, sulla strada Etrusco Romana che da Filettole conduce a Canneto.
Nucleo antichissimo, forse fondato dai Romani (il nostro gruppo archeologico alcuni anni fa ritrovo’ in quella zona alcuni tumuli di epoca imprecisata e una cisterna, che chiamammo “Fonte Sacra”).
In seguito la zona fu presidio longobardo. La chiesa di San Paolo che domina il borgo conservava fino a pochi anni fa,al suo interno la famosa Madonna del Rosario: stupendo dipinto della scuola di Giotto, ora al museo dell’opera del Duomo. Lo stesso culto verso San Paolo, santo che fu convertito al cristianesimo, potrebbe significare una somiglianza con le popolazioni longobarde convertite alla fede cristiana.
La zona di Carteano è ricca di acqua e di vegetazione e per questo nel XVII secolo si decise di progettare un Condotto Reale delle Fonti.
Il piano della captazione delle acque dalle sorgenti di Carteano, del Palco e di Filettole, sulle pendici della Calvana, era stato elaborato nel 1639 dall’allievo di Pietro da Cortona, Bernardino Radi (Cortona, 1581 - Roma, 1643), cui subentrò nel 1641 l’ingegnere granducale Alfonso Parigi (Firenze, 1606-1656), deceduto prima del termine dei lavori, conclusi dall’architetto e scultore Ferdinando Tacca (Firenze, 1619-1686).
Il programma iniziale del Condotto Reale delle Fonti prevedeva di raggiungere una fontana pubblica nel centro cittadino e includeva un circoscritto numero di allacciature.
Tutta l’operazione venne finanziata dai Ceppi, con il concorso di alcune facoltose famiglie pratesi che «pur di aver una qualche particella di acqua in casa si erano offerte di contribuire nelle spese».
Le fonti storiche cosi’ descrivono il primo tratto: “ il condotto prende le mosse dalla “Conserva di Carteano”, da cui attingevano l’acqua un abbeveratoio e un lavatoio, seguiti dal “vivajo della chiesa”.
Il Lavatoio di cui ci siamo occupati è inserito tra la chiesa e il borgo.
Quando siamo arrivati, nel settembre 2016, il manufatto da tempo versava in uno stato di degrado in conseguenza della crescita di molte piante infestanti, completamente coperto da terra di riporto e in stato di abbandono; così ci siamo attivati per cercare di preservare questa significativa testimonianza di vita vissuta, appartenente al passato di questa piccola frazione.
Per prima cosa abbiamo riportato alla vista gli splendidi muri a secco che contornano il manufatto e il corridoio di accesso, quindi siamo passati alla ricerca dei gradini di accesso ed infine della base del lavatoio e del selciato originale, che su piano inclinato permetteva all’acqua piovana di andare fino allo scarico in fogna.
Il Lavatoio come Monumento e Memoria Storica. Non un lavatoio astratto, ma quello vero, quello che ha visto la fatica e il sacrificio delle lavandaie, ma anche uno dei pochi luoghi di aggregazione femminile nel quale le donne potevano andare senza essere accompagnate, quello che ha udito storie di vita, i pettegolezzi, la voce di quei bimbi che le mamme dovevano portarsi dietro.
Il lavatoio è un piccolo manufatto e potrebbe apparire a molti oggigiorno come cosa inutile, da nascondere, da eliminare, ma in realtà è una testimonianza concreta della vita sociale delle passate generazioni.
Per queste ragioni gli antichi lavatoi dovrebbero essere conosciuti, tutelati ed apprezzati come siti storici, secondo le direttive emanate anche dall’Unione Europea.
Questo è il contributo che il G.A.O. offre a questa causa (Novembre 2016)
16 Ottobre 2016
16 ottobre 2016 “ LA MARCIA GIUSTA 2 ”
Si è svolta Domenica 16 ottobre 2016 la seconda camminata o marcia per Gonfienti , organizzata anche quest’anno dal “GRUPPO DI VIGILANZA IN DIFESA DEGLI SCAVI DI GONFIENTI ” guidati da Maila Ermini e il prof. Giuseppe Centauro.
Anche noi del Gruppo Archeologico L’Offerente (G.A.O.) abbiamo aderito all’ iniziativa e, insieme ad un manipolo di una trentina di irriducibili sostenitori della salvaguardia del sito etrusco, in una splendida giornata quasi estiva siam partiti da piazza del Comune, con tanto di locandina spillata per far conoscere la motivazione della marcia, per il rituale attraversamento della città per poi immettersi sulla ciclabile ed arrivare davanti ai cancelli della Domus e della Città Dimenticata.
Il giorno scelto coincideva con quello dell’inaugurazione del nuovo centro dell’Arte Contemporanea “Luigi Pecci” finanziato e sostenuto da Governo, Regione e Comune, amplificato dai media da diversi mesi e che sapevamo avrebbe richiamato un folto pubblico, e notevole era il contrasto con il nostro piccolo ma motivatissimo gruppo che camminava a pochi metri di distanza da quell’evento .
Le sorti della città Etrusca ad oggi sembrano segnate: In questi giorni siamo venuti a conoscenza che i pezzi pregiati sono già in deposito a campi Bisenzio nel futuro museo archeologico di Rocca Strozzi, e con il rischio che il 24 Ottobre venga stabilito il passaggio allo Stato sia dei terreni che del Mulino Ginori (dove sono in deposito molti altri reperti), e quindi che sia molto piu’ difficile anche l’ipotesi del Parco Archeologico.
Pensare che sarebbe una grande opportunità per la nostra città avere a poca distanza un museo e un parco a testimonianza delle nostre origini, e un centro di arte contemporanea per progettare la città del Futuro.
Ci piace sperare che la nostra piccola testimonianza e la giornata di sole possano dissolvere le molte ombre che ancora avvolgono il futuro della città sul Bisenzio.
In concomitanza con l’evento di cui sopra la nostra associazione (G.A.O.) ha voluto esprimere tutta la sua delusione e indignazione per il trasferimento dei reperti di Gonfienti a Campi Bisenzio con un comunicato inviato ad alcuni giornali cittadini con richiesta di pubblicazione, che riportiamo integralmente qui di seguito :
"Questa notizia del trasferimento dei reperti di Gonfienti fuori del territorio cittadino non può non colpire ed addolorare chiunque di Prato abbia un minimo di interesse per la sua città e per la sua storia; quando poi quest’interesse è quasi ventennale, quando si è assistito in prima persona al ritorno alla luce della città etrusca, si è contribuito attivamente alle ricerche in loco, e si è seguito per lunghi anni con passione lo svolgimento della vicenda avendo sempre in mente i benefici che ne avrebbe potuto trarre la nostra città, ci si sente veramente mortificati e defraudati di un qualcosa di inestimabile.
Così ci sentiamo ora noi del Gruppo Archeologico l’Offerente: noi che dal 1994 abbiamo ricercato antiche tracce della nostra storia, alcuni di noi erano ragazzi quando hanno cominciato a segnalare importanti scoperte, noi che abbiamo contribuito fortemente alla realizzazione della Carta Archeologica della nostra Provincia, noi che siamo andati per anni nelle scuole a raccontare ai bambini le bellezze e le prospettive della città etrusca; anni e anni al servizio della nostra città senza mai chiedere un euro solo per puro entusiasmo e sfrenato amore per Prato.
Abbiamo incontrato tutti gli assessori alla Cultura da 1994 ad oggi, abbiamo lottato con tutte le nostre forze per poi venire ripagati in modo così insopportabile: vedere il patrimonio archeologico culturale di proprietà di tutti i pratesi volare in un’altra città che c’entra ben poco con Gonfienti. Vogliamo chiarire: le indagini effettuate fino ad ora non sono state fatte nel territorio del comune di Campi, quindi si sta parlando di reperti rinvenuti nel comune di Prato, tranne i manufatti dell’età del bronzo raccolti durante la costruzione della strada Perfetti-Ricasoli (che comunque, detto per inciso, sono stati segnalati da noi).
Allora, considerando tutto questo, come si fa ad accettare la realizzazione di un museo in un comune dove i materiali storici non sono stati reperiti all’interno dei suoi confini comunali ? Sia chiaro, questo non è campanilismo, per noi resta valido il principio che i reperti archeologici non vanno portati fuori dal contesto nel quale sono stati trovati, altrimenti si fa un torto alla verità, alla storia di quel territorio.
I più anziani di noi conservano ancora l’amaro ricordo di quello che avvenne dopo la mostra sull’ Archeologia Pratese del 1974 (guarda caso, è terminata da poco la mostra a Palazzo Pretorio) : alcuni reperti andarono a Carmignano, altri non si sa che strada abbiano preso. Desideriamo ardentemente che non succeda la stessa cosa ai ritrovamenti di Gonfienti.
A questo punto pretendiamo delle spiegazioni; il contentino del Parco Archeologico non ci basta, ci sembra solo una bella pratesata. Che senso ha un Parco Archeologico senza un Museo locale, un Museo che possa contenere tutti i reperti che sono stati trovati nell’ambito del suo territorio ? Quel Museo dell’Archeologia pratese di cui si parla da anni e che le varie amministrazioni che si sono succedute nel tempo non sono mai state capaci di realizzare. Invece di lottare per difendere il nostro patrimonio, noi lo barattiamo per chissà che cosa. ALLUCINANTE !! "
Il Gruppo Archeologico "L'Offerente"
19 Marzo 2016
L'ombra degli Etruschi - Museo di Palazzo Pretorio
Tempi lenti dell'archeologia a Prato ....
L'ultima mostra sull'archeologia a Prato risale al settembre-ottobre 1974 e si intitolava " Prospettive dell' Archeologia Pratese" : reperti dal Paleolitico al Medioevo; la sede della mostra era stata concessa dalla comunità francescana del convento di San Domenico.
L' iniziativa, nata dalla collaborazione fra l'allora Azienda Autonoma di Turismo e il Gruppo Archeologico di Prato con la supervisione della Soprintendenza dell'antichità dell'Etruria, voleva appunto dare delle prospettive e delle indicazioni per futuri studi e ricerche sul nostro territorio.
La manifestazione ebbe un grande successo, tanto che ancora adesso è ricordata fra gli addetti ai lavori, e gran parte della riuscita di quella manifestazione fu dovuta all' efficacia della collaborazione fra i vari enti e gruppi, che si muovevano su piani diversi di competenze, ma animati da un comune interesse per la ricerca e la conservazione del patrimonio storico e culturale.
Sono passati 42 anni da quell'evento, alcuni enti e gruppi sono spariti, altri nuovi sono stati creati, e molti responsabili della Soprintendenza si sono alternati alla sua guida; una flebile fiammella si è mantenuta accesa, grazie alla costanza e alla passione di alcuni studiosi e del Gruppo Archeologico l'Offerente che ha continuato, fra mille ostacoli, la capillare ricerca sul campo. Poi nel 1996 è stata scoperta a Gonfienti " la città etrusca sul Bisenzio" che avrebbe dovuto dare linfa nuova a tutta una serie di iniziative e opportunità per la città , ma delle quali per ora non è rimasto altro che parole nel vento.
Siamo così arrivati a questo Marzo 2016. Da Marzo a Giugno si è aperta a Palazzo Pretorio la mostra " L'ombra degli Etruschi " : Una produzione unica. Oltre trenta preziosi reperti, alcuni mai visti, una produzione di pregio tra cippi, stele e bronzetti per raccontare una storia ricca di suggestioni, che ricostruisce le lontane radici culturali di quest’area della Toscana, passando per Prato con la città di Gonfienti.
In mostra dieci bronzetti e 24 monumenti in pietra (cippi e stele) decorati a rilievo, appartenenti a famiglie gentilizie che ponevano sulle proprie tombe l’immagine di se stesse, quella che volevano trasmettere all’esterno. Si tratta delle “pietre fiesolane”, una delle produzioni che meglio caratterizzano un’ampia porzione di territorio fra pianura e collina dal Mugello alla Val di Sieve, dall’area fiorentina e fiesolana fino a quella pratese e pistoiese. La mostra riunisce per la prima volta in una sede unica i pezzi più pregiati in funzione della loro rappresentatività sul territorio.
La sezione (figure di bronzo ) è dedicata all’universo del sacro, riconducibile all’area dove nel VI secolo A.C. venne fondata la nuova città di Gonfienti, testimoniata da figure di devoti in bronzo e dalle raffigurazioni presenti su un’importante kylix (coppa) attica a figure rosse, attribuita al celebre pittore ateniese Douris. La maggior parte del bronzetti votivi proviene da collezione privata (gia' presente alla precedente mostra Prospettive dell'archeologia Pratese) oltre a un inedito che arriva dagli scavi di Gonfienti (area Interporto) e mai esposto finora. Questi manufatti, destinati a un ceto medio “allargato” piuttosto che all’aristocrazia etrusca, venivano prodotti in loco e rappresentavano la dedica dell’offerente alla divinità. Due esemplari si distinguono per l’alta qualità artistica e per la ricchezza dei dettagli: l’Offerente di Pizzidimonte conservato al British Museum di Londra dalla fine dell’Ottocento, di cui si espone una riproduzione, e il giovane nudo, forse proveniente dalla stessa area, facente parte delle collezioni più antiche del Museo Archeologico Nazionale di Firenze.
Un bell'allestimento, con giochi di luci e di ombre per esaltare i materiali presenti, e una mappa per individuare la collocazione geografica dei reperti.
Speriamo che questo evento sia finalmente l'inizio di un vero interessamento e ripensamento di tutta l'area archeologica di Gonfienti, che per ora ha mostrato, quella sì, poche luci e moltissime .... OMBRE.